COMMENTI di Maria Berrini - Presidente di Ambiente Italia - Istituto di Ricerche
Grazie dell'invito a sottoscrivere la petizione, cosa che faccio volentieri perché condivido in pieno la priorità di investire sulla qualificazione ambientale (e la fruizione) dell'esistente. Tutte le proposte sulle cose da fare a Milano e dintorni sono molto simili a quelle di cui vado parlando in ogni sede da un anno a questa parte.
Vorrei però suggerire di adattere il nostro messaggio (almeno in fase di gestione della comunicazione) in un modo che ci eviti il rischio di rendere la petizione sostanzialmente inattuabile, facendola bollare come pura testimonianza.
La richiesta di "rinegoziare" la cancellazione del Quartiere espositivo è infatti secondo me davvero difficile da ottenere, non tanto da Soge o dal Comune, ma dal BIE stesso. Milano ha vinto la competizione con altre città su un dossier che non può essere stravolto, senza rischiare ricorsi e precedenti a cui il BIE (che non è un soggetto con autonomia decisionale, ma un ente che si regge su un delicato castello di protocolli e regolamenti) non si esporrebbe mai. L'ipotesi di tagliare del tutto la realizzazione del Quartiere espositivo offrendo in alternativa l'utilizzo della Fiera attuale, mi sembra a rischio di critiche (la Fiera é impegnata parecchi mesi l'anno su altre iniziative, con accordi commerciali che pesano). Nel 2015 la crisi dovrebbe essere passata e alcuni paesi potrebbero legittimamente pretendere i propri spazi all'Expo. Infine temo che il BIE abbia un regolamento (assurdo, certo) che impone la realizzazione di un'area espositiva.
Insomma, io vi suggerisco di chiedere non tanto l'abolizione tout cour del Quartiere espositivo, ma:
- un investimento prioritario sull'esistente (come é ben descritto nella petizione, e io calcherei anche di più sul tema mobilità sostenibilie)
- una utilizzazione dell'area destinata al Q.re fieristico MOLTO leggera, con padiglioni piccoli e smontabili, che rimandano a spazi ben più attrezzati e qualificati nel resto del territorio. Una sorta di "portale" o di "ufficio informazioni" all'Expo diffuso. Un'area che venga utilizzata nei sei mesi di Expo solo per alcune funzioni simboliche, ma che poi venga restituita alla città per funzioni essenziali per la sua riqualificazione ambientale. In questo senso perfino il dibattito sullo spostamento dell'Ortomercato non sarebbe assudo se in cambio potessimo ottenere (ma davvero, senza trucchi) aree verdi al posto dell'Ortomercato e un sistema di distribuzione delle merci improntata ad altre tecnologie (basta guardare a quello che si è fatto a Stoccolma o a Gratz).
Capisco che è sul destino dell'area (e sulla sua valorizzazione economica) che si giocano gli interessi piu' forti (dei proprietari - la Fiera in primis). Ma non mi interessa fare la guerra a loro, mi interessa di più - e per questo mi piace la petizione - l'idea di dirottare investimenti ambientali sull'esistente.
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